Il Caso Indiveri:Razzismo Inesistente

272

di Eustachio Cazzorla

 

MONOPOLI – Squalifica per razzismo al portiere Gianni Indiveri del Monopoli. Il verdetto prevede  5 giornate di assenza dal campo di gioco che per il giovane 36enne portiere monopolitano pesano come un macigno. Indiveri si dice sconcertato e «vittima di una calunnia, non mi preoccupano le 5 giornate (che lo porterebbero se convalidate oggi a saltare la Coppa Italia) ma soprattutto della mia immagine». E il portiere ribadisce amareggiato «non c’era nessun ragazzo di colore in campo, lo ammetto avrò forse detto qualche parolaccia come fanno un po’ tutti ma non frasi razziste».  Accusato di razzismo dal rapporto del commissario di campo della partita di Coppa Italia del 9 marzo scorso contro lo Scalea, anche il pubblico e per questo penalizzata la società sportiva A.S. Monopoli Liberty con 400 euro di multa «per avere, al termine della gara, propri sostenitori – si legge inoltre nella sentenza del giudice sportivo della Lega nazionale dilettanti, Francesco Riccio dell’11 marzo scorso – rivolto cori dal contenuto razzista all’indirizzo di un calciatore di colore della squadra avversaria». «Ma non c’erano giocatori di colore» ribatte il vicepresidente del sodalizio bianco verde, Enzo Mastronardi, che si dice allibito dalla sentenza del giudice sportivo.

Stupito lo è anche Sakho Khadafi Mamadou, secondo portiere senegalese (quindi di colore) di 26 anni che da ormai 8 milita nel campionato italiano. Difende l’amico di cui dovrebbe prendere il posto per 5 giornate se il giudice sportivo oggi conferma la sentenza «Indiveri non è un razzista, è un ragazzo per bene, non ha mai avuto atteggiamenti razzisti, ci abbracciamo sempre, è una cosa assurda, come abbiamo avuto la squalifica abbiamo pensato a una cosa azzardata». Ma a Monopoli mai avuto problemi di razzismo anche con i tifosi? «Mai, anzi, nei miei confronti sono tutti molto affettuosi».
Mastronardi si dice sconcertato e non nasconde un certo nervosismo in campo tra i giocatori, qualche gestaccio come si usa ormai nel Calcio ma aggiunge anche che «alcune cose viste in campo non sono state lineari». Indiveri dal canto suo rilancia «non voglio che mi riducano chessò a 2 giornate la squalifica, questa è una calunnia vera e propria perché non c’era nessun giocatore di colore nello Scalea, ma soprattutto perché non ho insultato nessuno, il caso risulta solo da quanto scritto dal commissario di campo. L’arbitro era al centro campo con noi e non ha scritto nulla nel referto, come hanno fatto i commissari di campo a sentire una frase del genere?». Il suo più grande rammarico? «Ho rivisto il video della partita, non c’è nulla di quanto scritto, ma nella categoria dilettanti la prova video non fa fede». E se Sakho prenderà proprio il suo posto suo in squadra a seguito della squalifica? «Sono sicuro che farà bene, proverò a scherzarci su, ma non sopporto proprio di essere bollato come un razzista, proprio io che da 20 anni gioco a Calcio e nel Bari in serie A ero con Guerrero, Mazinga e anche a Cesena c’erano giocatori di colore che ho sempre trattato con massimo rispetto».