Il ricordo di Vito Grattagliano del suo ex Coach Piero Millina
Caro Vito,
ci abbiamo messo 27 anni per ritrovarci, abbiamo anche versato due lacrime di gioia, e tu te ne vai così, senza dire una parola, lasciandomi col ricordo dell’ultimo incontro alla “Casa del Caffè”, mercoledì scorso, appena una settimana fa. In quel paio di ore abbiamo cavalcato il tempo: il passato, il presente e il futuro, soprattutto. Mi hai raccontato della tua vita, delle tue scelte; delle tue bambine, con le quali avresti voluto passare molto piu’ tempo; di tua moglie, che presto mi avresti presentato e che “ha più attributi di te e me messi insieme”; della signora Marilena e dei tuoi splendidi fratelli, il grande Ignazio e quella macchietta di Sergio, l’unica persona al mondo che riesce a farmi sorridere al solo vederlo. E di Pierfelice, Angelo, Mimmo, Bruno, Cosimo, e di tutti quelli che hanno vissuto con noi stagioni di vita indimenticabili e che, nonostante l’incedere degli anni, erano sempre loro, “i ragazzi”… Poi, come sempre quando ti sentivi in difficoltà, sei diventato rosso ed hai iniziato a gesticolare con le tue grandi mani dalle dita lunghe e gentili: “So di deluderti, ma non ho tempo per partecipare in prima persona al tuo progetto di rilancio del basket a Monopoli, anche se so che solo tu ci puoi riuscire”.
(continua)
Io, da bolognese sboccato quale sono, ti ho risposto: “Ah, io da solo non posso fare nulla, quindi…”. E tu subito, serio: “Cosa vuoi che faccia?”. Ti ho invitato a dirmi tu cosa volessi e potessi fare e mi hai detto: “Ok allora, tu fai partire tutto, poi io trovo il tempo e modo di andare insieme dal Sindaco, è un mio amico e ci ascolterà. E poi convinco Ignazio!”. Mi sono messo a ridere, perché nonostante i miei chili di troppo ed i tuoi capelli spariti eravamo sempre gli stessi, come se quasi 30 anni non fossero passati. Io sempre il solito testa dura ottimista della volontà, tu che se non potevi fare una cosa al 100% non volevi prendere impegni, ma poi non riuscivi a tirarti indietro… Questa è sempre stata la tua forza: non hai mai dato per avere qualcosa domani, ma hai sempre dato per dare oggi! Poi hai aggiunto, prima di salutarci: “Più di così non posso fare”, ma alle 4 del pomeriggio mi hai già telefonato per dirmi che ti erano venute delle idee ed il giorno dopo mi hai mandato un sms con un elenco di persone da contattare, aggiungendo “non lo faccio per te, bolognese cornuto, ma per i nostri figli ed i nostri nipoti”.
Vito, ti prometto che ci proverò, per i nostri figli ed i nostri nipoti.
Ieri, fuori dalla chiesa, c’erano tanti giocatori che si sarebbero potute fare 3 squadre ed una era fatta di ragazzi di vent’anni che in lacrime sono venuti a salutare la loro leggenda, l’uomo che fin da quando erano bambini sapevano essere l’esempio da seguire. Però qualcosa mancava! Mi mancava un tiratore immarcabile, che sbagliava solo quando ne aveva voglia…mi mancava Julius con la canotta n° 6… Già mi manchi Vito, e manchi a tutti quelli che hanno avuto il piacere e l’onore di conoscerti e volerti bene. Un’ultima cosa: là dove sei ora, quando avrai finito di sistemarti, vedi di far attrezzare un campetto all’aperto, così quando con ”i ragazzi” ci reincontreremo, perché noi ci reincontreremo certamente, potremo fare interminabili partite dove conterà vincere per poi sfotterci, ma soprattutto ci divertiremo e staremo insieme come ai vecchi tempi.
Un abbraccio ed un cinque in alto
Piero