Lettera dell’on. Zazzera sulla questione spiagge a Monopoli
Gent.le direttore,
l'estate è finita. È il momento di fare i bilanci. Non mi sembra che gli operatori turistici possano sorridere troppo. La crisi si è fatta sentire. Il tempo meteorologico non è stato sempre clemente. E non credo siano bastati i 350 mila euro (o giù di lì) spesi dall'amministrazione per l'estate monopolitana a far tornare il buon umore.
Resto sempre più convinto tuttavia che l'unico modello di sviluppo possibile per questa città non può che essere il turismo. Ma bisogna fare scelte politiche chiare e coraggiose a cominciare proprio dalla gestione degli accessi al mare. Investire nel modello turistico significa valorizzare e tutelare il territorio, renderlo fruibile a tutti, rinunciare a modelli di sviluppo industriale che inquinano l'ambiente, creare forti sinergie tra sostenibilità ambientale e imprenditorialità intelligente.
Il mare è un bene di tutti, e deve essere accessibile a tutti. Ci sono spiagge gestite da privati in modo eccellente, laddove il pubblico non riesce a farlo. Nessuna preclusione ideologica quindi nei confronti del privato efficiente, che però deve rispettare le regole nell'interesse del territorio e della comunità. Non sempre l'interesse pubblico infatti è stato rispettato.
In merito agli accessi alle spiagge e alla regolamentazione delle concessioni demaniali la normativa è molto chiara a cominciare dall'art. 9 della Carta Costituzionale che considera il paesaggio, insieme ai beni storici e artistici, patrimonio della Nazione. Il 16 febbraio 2001 la Corte di Cassazione ha sentenziato che nessuna proprietà privata e per nessun motivo può impedire l'accesso al mare alla collettività se la proprietà stessa è l'unica via per raggiungere una determinata spiaggia. Il comma 251 della Legge 296/2006 inoltre prevede come criterio generale per le concessioni da rinnovare o rilasciare l'obbligo per gli stabilimenti di consentire l'accesso al mare. E nel 2007 la finanziaria ha stabilito che è fatto obbligo ai titolari di concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia antistante l'area compresa nella concessione, anche al fine della balneazione.
Va anche detto che la Puglia ha approvato la Legge Regionale 17/2006 in cui si prevede che il 60% della costa sia libero da concessioni e quindi accessibile a tutti, ma il tutto è monco del Piano Regionale delle Coste per un utilizzo sostenibile e regolamentato delle spiagge e delle concessioni demaniali.
A Monopoli sono previsti 17 concessioni demaniali sul litorale per altrettanti stabilimenti balneari, di questi ben 7 prevedono il pagamento all'ingresso: una forzatura della normativa. Peccato inoltre che di questi 7 stabilimenti balneari ben 3 sono riconducibili ad altrettanti assessori comunali: Lido "Sabbiadoro" il cui titolare è l'assessore al turismo Domenico Alba; Lidi "Baia del sol" e "Le Macchie" i cui rispettivi soci sono Domenico Zaccaria assessore allo sport e Alberto Pasqualone assessore ai Lavori Pubblici.
Non è mia intenzione precludere ai tre assessori la possibilità di gestire stabilimenti balneari, ma un dubbio mi sorge. Com'è possibile garantire l'accesso libero alle spiagge ed una politica turistica seria se l'interesse pubblico viene sottomesso a quello privato? Se controllore e controllato sono la stessa cosa? Se qualcuno è più furbo degli altri, laddove viene meno il principio della libera concorrenza tra concessionari?
E' legittimo pertanto chiedersi se questi assessori quando approvano in giunta delibere come quella riguardante le concessioni demaniali dell'ottobre 2009 (la numero 175/2009), in palese contrasto peraltro con la L.R. 17/2006, parlino come privati titolari di concessioni demaniali o come pubblici amministratori.
Siamo di fronte ad un macroscopico conflitto d'interessi, l'ennesimo in cui l'interesse pubblico è sottomesso a quello privato, ma come dimostrano le vicende di Silvio Berlusconi e Alberto Tedesco tutto ciò non indigna ormai più nessuno. Neppure il sindaco che in passato dai banchi dell'opposizione ha parlato sempre di rispetto delle regole e di legalità.
On. Pierfelice Zazzera