Il bilancio al termine di un’amara stagione per la Fortitudo Monopoli

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Termina con la stagione sportiva 2009/2010 l’esperienza sportiva e umana della Fortitudo Monopoli, con non poca amarezza, considerata anche la retrocessione del corrente anno; una esperienza nata nel lontano 23.06.2005,epoca di costituzione dell’Adria Monopoli e della nascita della prima public company mai creata prima nel panorama delle società monopolitane; con l’Adria, accompagnata nella sua crescita dal Comune di Monopoli, due ottimi campionati di serie C/2 regionale, culminati con la sconfitta beffa a Taranto in gara tre dei play off per accedere alla serie nazionale. Per la prima volta a Monopoli sbarcavano giocatori stranieri, un montenegrino ed un argentino ed il Palagentile ritornava a riempire i suoi spazi con grande affluenza di pubblico.

 

Non paghi, e forse questo dovrà essere considerato “l’errore” per eccellenza, i dirigenti decidevano di acquisire un titolo di serie C nazionale, non prima di aver stretto, però, un accordo collaborativo con l’Ente Comune di Monopoli, sponsor della squadra, denominata “Città di Monopoli”, che trascinava con sé altri due partner’s commerciali di assoluto valore, e cioè la Lombardi Ecologia e il gruppo Rivoli. Erano i tempi in cui si doveva migrare,per la cronica assenza di strutture degne di tal nome, prima presso la palestra Melvin Jones di Monopoli e poi a Cisternino. Una grande fatica ripagata dalla conquista della permanenza al termine di un campionato a buoni livelli.

 

(continua)

Comincia così il secondo anno di esperienza in un campionato nazionale, con la squadra affidata nuovamente al grande coach leccese Antonio Lezzi, che poi collaborerà con l’Enel Brindisi, e con la scommessa di giocare presso un Pala Ipsiam oggetto di importanti lavori di ristrutturazione effettuati a tempi di record alla fine dell’anno 2007; il campionato è esaltante, si sfiora il salto di categoria cedendo solo alla corazzata Bisceglie che verrà promossa, unitamente al Martina Franca, ed il palazzetto scolastico – ancora privo della necessaria agibilità – si trasforma in una bolgia durante tutti gli incontri casalinghi; uno spettacolo di colori e di calore che non si registrava da decenni. Nel frattempo, perso lo sponsor istituzionale, per motivi ancora ignoti, la situazione economica diventava disastrosa, al pari di quella generale: le aziende non potevano più investire ed ogni forma di aiuto cessava, al di là delle mere affermazioni di principio e solidarietà.

 

Durante la scorsa stagione i tentativi di colmare i vuoti che andavano creandosi servivano solo ad allargare la falla e le responsabilità economiche gravavano sempre di più su spalle dirigenziali già particolarmente martoriate. Si apriva, pertanto, un periodo delicatissimo che avrebbe portato chiunque ad abbandonare ogni ulteriore proposito.

 

Nel frattempo il basket monopolitano produceva piccoli talenti, cui doveva essere offerta una grande opportunità di sfogo: nasce, così, il “cantiere Fortitudo” della corrente stagione sportiva, battezzato positivamente durante la conferenza stampa di presentazione anche dal primo cittadino e da alcuni importanti amministratori comunali. Alcuni sponsor’s avevano garantito certo appoggio…

 

La squadra, con due soli innesti non locali, viene affidata ad uno staff tecnico tutto monopolitano, ma sia i risultati che, soprattutto, gli aiuti economici sempre promessi, non arrivano. Occorreva avere pazienza ma, si sa, le settimane corrono e i problemi si ingigantiscono. Si cambia allenatore, cercando nuovo smalto, ma tra infortuni e rinunce varie, si capisce che la salvezza sarà difficile. E malgrado tutto, la macchina continua a camminare, anche se a rosso fisso, grazie all’impegno di un gruppo di ragazzi/giocatori di ottime qualità morali. Le vane promesse si intensificano, ma in concreto non cambia nulla: pochi appassionati che tentano di reggere il peso degli impegni assunti.

 

Il resto, è storia dei nostri giorni e, onde evitare facili ed inutili vittimismi, è superfluo parlarne. Si potrebbero veramente coinvolgere persone e istituzioni in una denuncia pubblica, supportata da fatti e documenti, ma sarebbe solo esercizio dialettico. Lo stato di abbandono e le costanti umiliazioni subìte dal gruppo dirigente non possono più continuare. Lo sport, ad un certo livello, diventa pericolosissimo e le conseguenze di questi ultimi anni peseranno ancora per molto sulle spalle di alcuni dirigenti, i quali, tra i loro demeriti, certamente hanno avuto quello di non essere “rumorosi” o “ingombranti”; non hanno, cioè, mai costituito un vero problema per nessuno. Tali realtà, per poter crescere, devono svilupparsi all’interno di un sistema di equilibri armonico, tra la società, i giocatori, la p.a., l’imprenditoria, i tifosi. E’ indubbio che tale equilibrio la Fortitudo non lo ha raggiunto.

 

 

Ma è anche tempo di ringraziamenti, per tutti coloro che, in una maniera o nell’altra, in piccolo o in grande, hanno creduto in questa lucida follia, a cominciare dai compagni di viaggio ed amici come Gigi (vero martire..),Giuseppe, Ninni, Onofrio, Lillino, Antonella, Franco, Stefano, Alma, a coloro che hanno tentato di raddrizzare una barca purtroppo alla deriva, come Angelo, ai tecnici, allo staff medico, ai collaboratori del parquet, pur se giovanissimi, ai tanti giocatori che si sono succeduti in questi lunghi 5 anni, a quella affezionata ed insostituibile schiera di tifosi che ha creduto in un sogno, come Maria, Giovanna, Vito, Ilaria e decine e decine di altre persone che non è possibile menzionare. Un sentito grazie anche a coloro che da questa barca, negli ultimi anni di lotta, sono scesi, poiché comunque hanno recitato un ruolo in questo lustro ed agli imprenditori che hanno offerto la loro disponibilità. Grazie anche alla stampa, locale e non, a Canale 7, alle tv sul web, ai giornalisti che non hanno mai fatto mancare il loro appoggio, spesso molto caldo e appassionato. Grazie anche al nostro tifoso “istituzionale” Mimmo: sono certo che “ci ha provato”, in buona fede, ma gli ostacoli erano troppi anche per lui.

 

L’auspicio è che, almeno, tutto questo non sia accaduto per caso ed inutilmente; in questa Città, diversamente dalle altre, è possibile investire nel basket e nella costruzione di un progetto sostenibile; molti sono alla finestra, spettatori interessati e curiosi, a volte certi di “poter fare meglio” ma ancora lontani da un approccio diretto con i problemi veri. A loro dico che è possibile provarci, facendo tesoro anche degli errori che noi abbiamo commesso il cui peso sarà sopportato ancora per alcuni anni. Una squadra monopolitana è possibile e sarebbe anche da prime posizioni se tutti si mettessero a disposizione, senza invidie e colpi di testa. Il nostro tempo nel basket senior è finito del tutto, ma non deve finire tutto! Noi riprenderemo a organizzare una attività giovanile, cercando soprattutto di insegnare ai ragazzi quali sono i valori in cui credere, anche in un momento di così difficile passaggio della nostra civiltà.

 

Buona fortuna, dunque, a coloro che vorranno credere negli stessi progetti: prima o poi andrà meglio….

 

 

Avv. Pierfelice Annese

Asd.Fortitudo Monopoli